Caldo da record e lavoro in campagna, qual è il limite fisico da non superare? La risposta potrebbe essere data da un’attività di ricerca attualmente in corso nell’azienda Op Agritalia, organizzazione di produttori di uva da tavola con sede a Barletta. La Op sta collaborando con la sezione di Medicina del Lavoro “E.C. Vigliani” – DIM dell’Università di Bari per alcune prove sperimentali relative ad un progetto di ricerca su “progettazione e validazione di strumenti innovativi per lo studio degli effetti sulla salute dell’esposizione occupazionale a stress termico”.
«Abbiamo sposato questo progetto perché qualsiasi attenzione alla salute dei dipendenti e alla qualità del lavoro non può che essere positivo per migliorare le condizioni del lavoro stesso» spiega Michele Laporta, presidente della Op Agritalia.
Alcuni dipendenti dell’azienda hanno indossato magliette speciali con dispositivi e sensori per la misurazione di parametri cardiorespiratori che saranno analizzati dagli studenti coordinati dalla professoressa Angela Stufano sotto la responsabilità scientifica del professor Pietro Lovreglio.
«Le magliette tecniche sono state indossate da cinque dipendenti con varie mansioni ed età differenti. Con una misurazione scientifica come quella che stiamo realizzando con l’Università di Bari è probabile che emergano dati che ci impongano riflessioni differenti, per il bene dei lavoratori o delle lavoratrici. Risultati alla mano potremo valutare eventuali azioni da intraprendere per salvaguardare la salute di chi lavora in campagna in condizioni di calore come quelle che stiamo affrontando».
I dati che emergeranno dalle analisi serviranno a valutare il rischio occupazionale da condizioni microclimatiche severe e attività fisica intensa e studiare gli indicatori biologici precoci di effetti sulla salute da esposizione occupazionale a stress termico.
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